giovedì 2 ottobre 2008

FURIA di Salman Rushdie

Mondadori
Prezzo: 8,50 euro
Letto a: settembre 2008

Il romanzo è la storia di Malik Solanka, cinquantenne ex professore di filosofia che vive a Manhattan, dopo aver abbandonato a Londra moglie e figlio. E' un uomo ricco, grazie al successo commerciale di una bambola da lui creata. Ma a ossessionare Malik, oltre ad un mondo che gli pare ormai alla deriva, è un colorito gruppo di personaggi, dall'amante Mila Milo (un'attivista che vuole salvare il mondo), alla sua nuova fiamma Neela Mahendra (la bellissima con gli occhi a mandorla), a Jack Reinhardt (ex corrispondente di guerra con il mito di Hemingway). E a un serial killer senza volto che si aggira a New York, uccidendo giovani donne.


Ancora non ho capito se Rushdie mi piace mediamente o tanto.
Okay, una volta che si è fatta l’abitudine al suo essere prolisso, al suo continuo parlare di cosa gli viene in mente lì per lì un po’ alla maniera di Sterne nel Tristam Shandy, non lo si può non trovare geniale. E su questo non ci piove.
E’ solo che, da incipit strepitosi, in genere si va a finire a finali splatter degni di un Mel Brooks nei tempi d’oro.

Ad esempio il protagonista di questo romanzo, Malik Solanka, rimane invischiato in una specie di attacco talebano all’America e vede morire la sua amata in maniera tragica, prima di impazzire e di buttarsi giù da una giostra davanti agli occhi del figlioletto e della ex moglie.
Per me è estremamente triste esaltarmi su riflessioni brillanti e spesso illuminanti (alla Rushdie, insomma), e poi veder morire di morte violentissima (del tipo un pestaggio, un colpo di pistola in punti non vitali, il volo da un grattacielo e poi un altro pestaggio ai rimasugli corporei in strada) i personaggi che le hanno formulate. E’ come se alla fine nulla contasse, né l’esercizio del pensiero, né la riflessione sul relativismo, né il superamento delle barriere nazionali e mentali. Tanto il rischio di finire ammazzati e cancellati dalla faccia della terra c’è sempre.

Ed è dannatamente vero.

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