venerdì 3 ottobre 2008

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI di Paolo Giordano

Mondadori
Prezzo: 15 euro (maledetta Mondadori!)
Letto a: Luglio 2008

Alice ha sette anni e odia la scuola di sci, ma suo padre la obbliga ad andarci. È una mattina di nebbia fitta, lei ha freddo e il latte della colazione le pesa sullo stomaco. In cima alla seggiovia si separa dai compagni e, nascosta nella nebbia, se la fa addosso. Per la vergogna decide di scendere a valle da sola, ma finisce fuori pista, spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canalone innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno.
Mattia è un ragazzino intelligente con una gemella ritardata, Michela. La presenza costante della sorella umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei. Per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia decide di lasciare Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei.
Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e di Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze, così profondamente segnate, si incroceranno e i due protagonisti si scopriranno strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero.
Questo romanzo è la storia dolorosa e commovente di Alice e di Mattia, e dei personaggi che li affiancano nel loro percorso. Paolo Giordano tocca con sguardo lucido e profondo, con una scrittura di sorprendente fermezza e maturità, una materia che brucia per le sue implicazioni emotive. E regala ai lettori un romanzo capace di scuotere per come alterna momenti di durezza e di spietata tensione a scene più rarefatte e di trattenuta emozione, piene di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.


Ohibò, questo sì che è un libro che mi perplime.
E’ uno dei rari casi in cui non riesco a stabilire non solo se il libro mi è piaciuto o meno, ma anche se è serio oppure no.

Di tutta prima mi verrebbe da dirvi che questo romanzo è un’accozzaglia di luoghi comuni su temi alla moda, cioè anoressia, bullismo, amori adolescenziali, universitari disadattati; e che contiene anche un discreto numero di errori che mi fa dubitare della sobrietà dei correttori di bozze della Mondadori.
Ma se questo libro me lo sono divorato in poco più di otto ore, non può essere così scadente. E non perché io di solito non leggo roba scadente, ma perché se davvero avesse parlato di cose trite e ritrite, me ne sarei stancata molto prima di arrivare alla fine.

Comunque. Se dovessi fare le pagelline ai protagonisti, darei un 4 alla protagonista femminile e un 5 e mezzo al protagonista maschile. Tutti e due piatti, tutti e due ricettori passivi di agenti esterni, tutti e due vittime ebeti del mondo. Per farla breve, hanno una dimensione psicologica tagliata con l’accetta (e rifinita con il pennato).

Alla storia dò un 7 meno, non foss’altro per il finale a sorpresa che evita, grazie al cielo, il “C’è posta per te” risolutivo (trappolone in cui invece è caduto Dan Brown con Il Codice da Vinci). Mi spiace solo che alcuni dei personaggi più interessanti, come Denis, vadano perduti durante la narrazione. Nel senso che a un certo punto non se ne sente più parlare, e scompaiono nel nulla insieme al loro potenziale, per lasciare il palcoscenico agli scialbi protagonisti.

Okay, il buon Giordano è un chimico, e per di più giovane, e c’è da dire che ha fatto un lavoro migliore di tanti letterati. Lo dico senza mezzi termini: non so se meritasse lo Strega, ma viste le porcherie che oggi si pubblicano in Italia, questo può anche dirsi un prodotto decente.

Del romanzo salvo senza dubbio le scene familiari, quelle in cui i protagonisti, e soprattutto Mattia, si confrontano con i genitori. Emergono vari spunti interessanti, peccato che, un po’ come tutto il romanzo, solo abbozzati.

Ma comunque, aspettiamo le prossime pubblicazioni di Giordano. Come si dice, se sono rose fioriranno...

Mattia pensò che rimaneva solo questo, che tutto l’affetto dei genitori si risolve in piccole premure, nelle stesse preoccupazioni che i suoi elencavano al telefono ogni mercoledì: il mangiare, il caldo e il freddo, la stanchezza, a volte i soldi. Tutto il resto giaceva come sommerso a profondità irraggiungibili, in una massa cementificata di discorsi mai affrontati, di scuse da fare e da ricevere e di ricordi da correggere, che sarebbero rimasti tali.

3 commenti:

Luigi Mauriello ha detto...

Giordano è un fisico.

Loi.;)

Linda ha detto...

Giusto... ;) un grazie al mio correttore di bozze...

Unknown ha detto...

giordano è una bozza


marianna


p.s. peccato... è pure carino, ma dopo aver letto il libro e averlo sentito parlare da fazio... mi è passato tuuuuuutto il rimanticismo
me tapina